In questa rubrica viene esposta l’attività seminariale in ordine cronologico a ritroso, cominciando quindi dai seminari dell’anno accademico 2014/15.
SEMINARI 2014/15
INTRODUZIONE ALLA FILOSOFIA
Un seminario permanente d’introduzione alla filosofia, volto principalmente ad accompagnare le studentesse e gli studenti nel loro percorso universitario, quale esso sia, ma al quale sono ugualmente invitati anche i ‘cultori della materia’, è partito nel mese di novembre 2014. Esso affronta temi centrali nella vita sia intellettuale sia anche esistenziale dell’essere umano e cerca in tal modo di portare chiarezza concettuale nell’insieme di attività, sentimenti, pensieri che formano la rete della nostra esperienza umana.
Il seminario si avvale di una scaletta di temi già individuati come interessanti, ai quali si possono poi senza problemi aggiungere temi di volta in volta suggeriti dai frequentanti. Costoro sono cordialmente invitati a presentare delle proprie brevi relazioni, in modo anche da poter fare delle prime esperienze scientifiche. Il seminario è diretto dal dr. Marco de Angelis (scarica qui la locandina: introduzioneallafilosofia).
Quindicesima seduta (30 aprile 2015)
L’incontro è stato dedicato alla relazione dello studente Andrea Sponticcia, il quale ha brillantemente sintetizzato i concetti fondamentali finora trattati, soffermandosi in modo particolare sul concetto della ‘famiglia’ A tal proposito Andrea ha esposto le proprie idee riguardo alla differenza (o alla ‘non differenza’) tra la famiglia eterosessuale ed omosessuale.
Ne è seguita una intensa discussione tra i partecipanti.
Su richiesta si può avere il file audio dell’incontro.
(Dr. Marco de Angelis)
Quattordicesima seduta (17 aprile 2015)
L’incontro è stato dedicato alla parte conclusiva del corso ed alla discussione su alcuni temi di attualità, considerati da un punto di vista filosofico.
I punti trattati possono essere visti su questo file: schema14lez-17-4-15
(Scarica qui il testo base della lezione: filxtutti-15-)
(Su richiesta si può avere il file audio dell’incontro)
(Dr. Marco de Angelis)
Tredicesima seduta (1 aprile 2015)
Dopo aver trattato in modo molto approfondito il concetto dello Stato, che si presenta come il primo dei valori etici, ed averne chiarito l’aspetto di realtà ideale come ‘Bene vivente’, siamo passati nel corso del tredicesimo incontro alla determinazione dei concetti che costituiscono il contenuto della vita umana nello Stato, ossia la società civile e la famiglia.
Li abbiamo trattati insieme, in quanto alla loro base vi è la stessa struttura logica intersoggettiva, ossia l’autocoscienza universale. Con tale concetto s’individua il rapporto inscindibile tra due soggetti legati dal fatto di riconoscersi come tali. Per es. il marito riconosce la moglie come la donna della sua vita ed in tal modo le dà pieno valore come soggetto, ossia le consente di progettare il proprio futuro come donna e come mamma all’interno di una famiglia. Lo stesso naturalmente vale in senso reciproco per l’uomo, riconosciuto dalla donna come soggetto, che può quindi diventare marito e padre. Nel campo del lavoro colui che effettua un lavoro lo fa riconoscendo come soggetto colui o coloro ai quali tale lavoro è destinato, pertanto lo farà nel modo migliore possibile.
Il motivo dell’importanza fondamentale del riconoscimento intersoggettivo come soggetto alla base dei valori etici risiede nel fatto che essi si fondano non solo su di un aspetto spirituale, ma anche su di una forte base materiale. Si trattta del ‘bisogno’, il cui soddisfacimento dipende da un altro soggetto. Nel caso della famiglia, il bisogno che le è alla base è quello della riproduzione della specie, che si manifesta come istinto sessuale, ma anche come passione, sentimento, insomma quel tipo di affettività che lega i sessi l’uno all’altro. Nel caso del lavoro, invece, è il bisogno della riproduzione individuale che lega i soggetti. Il lavoro è infatti sempre un qualcosa di sociale, la divisione del lavoro non è afatto una caratteristica delle società avanzate, ma è presente già, quantunque in forma ancora semplice, nelle forme più elementari di società, dove comunque nessuno è in grado di procacciarsi da solo i beni utili alla propria sopravvivenza.
Il bisogno della riproduzione e sopravvivenza della specie e quello della riproduzione e sopravvivenza individuale costituiscono pertanto la base naturale e materiale sulla quale s’innesta poi la possibilità dell’etica. In tali bisogni infatti il rapporto iniziale tra i due soggetti e quello di soggetto-oggetto, ossia uno dei due considera l’altro come oggetto e lo usa allo scopo del soddisfacimento del proprio bisogno. Tale uso può essere anche reciproco. In entrambi i casi comunque i soggetti, saranno soltanto degli oggetti dei propri bisogni, in quanto non trasformeranno mai il bisogno, di cui essi sono schiavi e che continuamente si ripresenta, in qualcosa di attivo, lo subiranno sempre, appunto come oggetti, e non lo vivranno da soggetti. Per viverlo da soggetti e pertanto per non esserne schiavi, ma padroni, essi devono trasformare il bisogno in scelta, in progetto, in qualcosa di attivo.
Le categorie logiche fondamentali alla base di tale struttura sono infatti quell del finito, del cattivo infinito e del vero infinito. In quanto il bisogno, una volta soddisfatto, ricompare, rendendo dunque l’essere umano suo schiavo, per così dire, non viene mai completamente soddisfatto. Tale processo è pertanto dominato dalla categoria del progresso all’infinito, ossia di un continuo ripetersi di azioni che però non portano mai ad un fine stabile. L’essere umano è in balia quindi pertanto del bisogno, non ne è signore.
Per essere soggetto e non oggetto, per essere dunque spirito, ragione e libertà, l’essere umano deve superare tale processo del progresso all’infinito e pervenire al vero infinito, che consiste nell’assumere invece una meta stabile, un fine, un progetto, all’interno del quale venga anche soddisfatto il bisogno. Ciò è possibile soltanto nel momento in cui non si considera l’altro come oggetto, ma come soggetto. In tal modo, considerando l’altro come soggetto ed assumendolo come scopo, entrambi i soggetti terminano di essere degli oggetti, passivi rispetto al proprio bisogno, in quanto ora essi vengono ad avere uno scopo, un fine, che è appunto il soddisfacimento del bisogno dell’altro.
Nel momento in cui tale modo spirituale di considerare l’altro è reciproco, si ha l’autocoscienza riconoscitiva, ossia il sapersi soggetto e libero grazie al riconoscimento dell’altro. Questa è la struttura fondamentale dell’eticità, che è alla base della famiglia come amore e della società civile, ossia della società economica, come lavoro. L’amore ed il lavoro sono pertanto i due valori etici fondamentali che si aggiungomo al valore dello Stato Etico.
A tale concettualità, che è molto complessa, sono collegati diversi aspetti secondari, ma anch’essi di grande importanza. Il primo riguarda le modalità del riconoscimento dell’altro come soggetto: esso è una lotta, come ha sostenuto Hegel, l’autore di tale teoria, o invece nella società e nell’individuo, che già vivono secondo i principi filosofici, esso è automatico, in quanto l’altro viene sempre e comunque considerato come fine e mai come mezzo, secondo il famoso imperativo categorico kantiano? Se così fosse, allora il riconoscimento, negli individui e nelle società che già vivono in modo filosofico, non sarebbe una lotta, ma una condizione normale di rapporto intersoggettivo.
Il secondo, più specifico, riguarda la famiglia e l’attualità etica nel mondo occidentale in modo particolare: l’amore è limitato al rapporto uomo-donna, come sembra dal fatto che solo essi possono dar vita alla riproduzione della specie, che comunque è alla base dell’etica, o può anche riguardare due individui dello stesso sesso, così da avere per es. una famiglia composta da due uomini o due donne?
Sono tematiche complesse, ma assolutamente da approfondire e la filosofia può essere di grande aiuto nel chiarire anzitutto i concetti che sono alla base di tale problematica, mettendo anche così ordine al suo interno. Nel corso dell’ultimo incontro un interessantissimo, vivacissimo dibattito, ha reso la lezione estremamente vicina all’attualità. Sono emersi diversi aspetti importanti, che saranno poi appronditi nel corso delle prossime lezioni.
Desidero qui aggiungere una nota personale: sono proprio contento di come è andato l’ultimo incontro del seminario. Tutto il lavoro svolo nei mesi precedenti era infatti finalizzato a mettere a disposizione le categorie logiche necessarie per inquadrare in modo serio e scientifico la problematica etica, che è quella poi che ci riguarda ed interessa più da vicino come esseri umani, ed anche a metterci in grado di comprendere e forse anche di risolvere tematiche fortemente dibattute nella nostra società contemporanea. La filosofia così diventa vivente, la nostra amica che ci accompagna nella quotidianità, aiutandoci a comprendere un mondo che si fa sempre più complesso, ma anche sempre più interessante.
Nel prossimo incontro verrà anzitutto ancora una volta approfondito e ripetuto il concetto dell’autocoscienza riconoscitiva, anche leggendo il relativo passo hegeliano; in secondo luogo sarà approfondito il concetto della famiglia nei suoi vari aspetti; infine, passeremo alla componente soggettiva dell’etica, ossia al concetto di felicità, per come essa si configura all’interno della vita etica, ossia in una vita che abbia come senso e valore lo Stato, il lavoro e la famiglia.
(Scarica qui i testi base della lezione: filxtutti-12, filxtutti-13, filxtutti-14)
(Su richiesta si può avere il file audio dell’incontro)
(Dr. Marco de Angelis)
Dodicesima seduta (18 marzo 2015)
L’incontro di mercoledì 18 marzo è stato dedicato alla comprensione del concetto di ‘Bene vivente’. Esso, nella prospettiva della filosofia dell’idealismo assoluto, indica il Bene non in quanto qualcosa di utopico ed irrealizzabile, bensì proprio la realtà etica, dunque la società umana vista già come qualcosa di positivo rispetto al passato, dunque contenente in sé il progresso (della libertà non economico o tecnologico), dunque il Bene.
Da questo punto di vista, allora, si comprende meglio la il famoso pensiero hegeliano della coincidenza di reale e razionale (almeno per la sfera etica e storica). Il reale, per quanto posso apparire in sé negativo, nondimeno contiene già una certa realizzazione del Bene, ossia della libertà e della razionalità, intesa come creatività, pur essendo tale ‘Bene’ ancora passibile di ulteriore miglioramento.
In sostanza il Bene è, appunto, ‘vivente’, ossia qualcosa che si sviluppa, che vive, nel quale noi già siamo come individui che vivono in una società. Il nostro compito è dare un contributo all’ulteriore sviluppo del Bene, il che costituisce anche il senso della nostra vita come individui finiti, ma portanti in sé l’Assoluto, ossia la ragione.
Il Bene si realizza nelle sfere della vita etica, che sono lo Stato, di cui abbiamo già abbondantemente parlato, la società civile, ossia il mondo del lavoro, e la famiglia, che invece costituiranno il tema dei prossimi incontri.
(Su richiesta si può ricevere il file audio dell’intero incontro).
(Dr. Marco de Angelis)
Undicesima seduta (11 marzo 2015)
Il tema principale di questa seduta è stato il rapporto tra l’ideale ed il reale. Abbiamo trattato tale concetto in particolare con riferimento al concetto dello ‘Stato’. Avendo, infatti, individuato l’eticità dello Stato nella sua mondialità e nel fatto che alla sua base ci sia il riconoscimento etico tra esseri umani che ‘vedono se stesso nell’altro’, ossia appunto si riconoscono come spirito, ci si è posto il problema della realizzabilità di tale forma di Stato ed è quindi sorto il problema, di carattere più generale, del rapporto tra ideale e realtà (che evidentemente non vale soltanto per il concetto di Stato, ma per qualsiasi altro concetto).
A tal proposito è stato chiarito il concetto hegeliano di ‘Bene vivente’. Il Bene da un punto di vista idealistico-assoluto non è qualcosa di astratto, che si deve ancora realizzare, per cui sorge appunto il problema della sua realizzabilità, quanto piuttosto qualcosa che si realizza da sé, per sua propria forza interna, nella storia e che pertanto nel momento in cui noi pensiamo è già, per quanto soltanto parzialmente, realizzato.
Il Bene non è altro che la struttura dell’Assoluto, dunque la Ragione, che si realizza nel mondo (sul Pianeta Terra ora, ma anche altrove ed in altri tempi passati, presenti e futuri) come ‘Spirito’, ossia come comunità mondiale di essere razionali (per quanto divisa temporaneamente in nazionalità e popoli diversi). L’essere umano singolo si trova pertanto a vivere in una certa fase ed in un certo luogo della storia di tale processo di realizzazione dello Spirito.
La realtà storica, in cui esso vive, è dunque già realizzazione del Bene, è appunto ‘Bene vivente’, il Bene non astratto, ma quel che del concetto di Bene si è potuto finora in questo luogo dell’Essere realizzare, anche con sacrifici enormi da parte degli esseri umani (magari altrove sarà perfettamente realizzato ed altrove ancora per nulla).
Il tempo nostro storico mostra alcuni fattori (ONU, processo di unificazione europea, globalizzazione, progresso delle democrazie e della libertà e così via) che sembrano essere testimonianza di un progresso storico, per quanto nel tempo ancora brevissimo dell’esistenza dell’umanità, verso una ‘mondialità democratica’, come potremmo definirla. Il che non significa che si perverrà a tale meta né che, se ci si perverrà, sarà senza crisi e sofferenze, ma che la direzione sembra essere quella e quindi che il Bene, ossia il concetto di Stato fondato sulla democrazia e la razionalità, si sta realizzando, seppur tra mille difficoltà.
Sembra pertanto avere un senso la celebre espressione hegeliana riguardante il reale, che è razionale, ed il razionale, che è reale, se non la si interpreta in modo banale come giustificazione e legittimazione di qualsiasi presente, ma se se ne capisce lo spirito, tutto racchiuso nel concetto di ‘Bene vivente’. Esso non esclude per nulla la compresenza anche del Male (sempre inteso come ‘vivente’, dunque reale), ma individua nel Bene la forza propulsiva che spinge al miglioramento, al progresso, ad un futuro più razionale, quindi più umano, e che per pervenirvi deve purtroppo ingaggiare una lotta col Male, che anche ‘è’.
Sembra che così sia stato chiarito il rapporto tra l’ideale ed il reale, che era appunto lo scopo di questo undicesino incontro.
La prossima lezione sarà dedicata ad entrare nel merito del concetto dello Stato, individuando le sue istituzioni fondamentali ed I valori etici ad esse corrispondenti.
(Scarica qui filxtutti-11 il testo-base della decima seduta)
(Su richiesta si può ricevere il file audio dell’intero incontro)
(Dr. Marco de Angelis)
Decima seduta (4 marzo 2015)
Nel corso della decima seduta abbiamo trattato il concetto della ‘mondialità’ dell’organizzazione etico-politica, derivante dalle premesse logico-metafisiche e filosofico-religiose finora poste. Essa costituisce il quadro generale in cui s’inserisce la vita umana nella civiltà filosofica post-monoteistica.
Nel corso dell’incontro, proprio a proposito di tali aspetti etico-politici, è affiorata la problematica del rapporto tra realtà e ideale filosofico, che approfondiremo nel prossimo incontro.
Abbiamo preso inoltre in considerazione l’eventualità di vederci ogni due settimane per un paio di giorni (per es. lun e mart o mart e merc). Lo stabiliremo insieme il prossimo mercoledì.
Incontrandoci ogni due settimane per un paio di giorni, potremmo approfondire alcune delle iniziative proposte, che qui vi elenco di nuovo:
1. Esercitazioni di tedesco per filosofi ed umanisti in generale
2. Letture dai classici della storia della filosofia (iniziando dai primissimi pensatori greci fin poi ai giorni nostri)
3. Letture e riflessioni filosofiche su temi di attualità, per es.: rapporti tra mondo religioso e mondo laico nelle società occidentali; incontro o scontro di civiltà a livello globale; problemi globali ed inadeguatezza delle politiche nazionali; famiglia eterosessuale o anche omosessuale ecc. Altri temi potranno essere di volta in volta aggiunti sulla base dell’attualità e degli interessi dei partecipanti. In questi incontri presenterò la mia tesi, ossia che tali problematiche attuali sono risolvibili in modo razionale soltanto all’interno di una concezione metafisica della realtà, quale quella presentata nel seminario d’introduzione alla filosofia. Mi aspetto un partecipazione attiva ed anche critica a tali incontri. Il mio intento è mettere su un seminario permanente di “Filosofia dell’attualità”, che sia in grado di rispondere in tempo reale alle sollecitazioni di un mondo che cambia a ritmi vertiginosi e che possa quindi inquadrare concettualmente i problemi dell’attualità politica in modo serio e filosofico.
4. Progetto di una rivista filosofica divulgativa, sulla base di alcune riviste simili presenti sul mercato austriaco e tedesco. La filosofia deve entrare nella realtà ed aiutare gli esseri umani a modificarla per il loro benessere comune, questa è la parola d’ordine di oggi. Anche in Italia ce ne siamo accorti ed abbiamo organizzato una serie di festival della filosofia, che hanno riscontrato nelle varie città un ampio successo di pubblico. In Germania ed Austria se ne sono anche accorti, ma anziché fare dei festival della filosofia, hanno realizzato tali riviste divulgative. A mio avviso esiste la possibilità concreta di farne una anche in Italia per primi, elaborarla ed anche poi commercializzarla.
(Scarica qui filxtutti-9 – filxtutti-10 il testo-base della decima seduta)
(Su richiesta si può ricevere il file audio dell’intero incontro)
(Dr. Marco de Angelis)
Nona seduta (18 febbraio 2015)
Ebbene sì, dopo i primi mesi necessari a gettare le fondamenta logico-metafisiche dell’edificio della Filosofia come ‘Scienza della Saggezza’, com’è stata presentata questa affascinante disciplina, ora inizia a mostrare tutta la propria maestà l’edificio stesso, ossia il ‘Sistema della Scienza Filosofica’.
Nel corso dell’ultimo incontro è stato messo in rilievo come il concetto di Spirito Assoluto, ossia la ragione assoluta che diviene cosciente di sé come spirito nell’essere umano, abbia un significato ‘religioso’, se, con Kant e Hegel, interpretiamo la religione in senso lato come visione del mondo e del senso della vita umano in esso, limitando al concetto di ‘fede’ quel che comunemente s’intende con religione, ossia una concezione del mondo legata ad un dogma, ad un testo sacro, ad una rivelazione storica.
Kant e Hegel, in ciò interpretando il valore generalmente religioso di tutta la metafisica classica, hanno espresso in modo chiarissimo tale concetto, il primo nello scritto del 1793 La religione nei limiti della semplice ragione ed il secondo in uno dei primi paragrafi della sezione sullo spirito assoluto, il 554. Insomma i due giganti e padri del pensiero contemporaneo serio hanno messo chiaramente in luce come la religione, depurata da tutti gli aspetti di fede e superstizione, dalle sue rappresentazioni legate alla storia di un popolo, alla fine sia filosofia ed abbia quindi un valore in linea di principio universale. Altro che ‘oppio dei popoli’! La religione, così intesa, è necessaria per qualsiasi popolo e qualsiasi individuo. Nessuno può vivere senza avere una qualche visione del mondo e del senso della vita umana nel mondo, dunque, in linea generale, senza una religione.
Si tratta naturalmente di una religione razionale, pura, universale, la quale fonda una chiesa invisibile, secondo la bella espressione di Kant, alla quale appartengono idealmente tutti gli esseri umani che vivono in modo razionale e fanno il bene unicamente per motivi razionali, e non di una religione storica, rivelata, dunque di una chiesa visibile. Hegel, che da giovane ha subito il fascino dello scritto religioso kantiano, recependolo ai tempi del suo studio universitario a Tubinga, va ancora più in là del suo idolo di Königsberg, ed elabora concretamente la nuova filosofia come nuova religione. L’idealismo dialettico, che abbiamo visto essere una filosofia autofondata ed al contempo affermarsi come il risultato dello sviluppo dell’intera storia della filosofia, riceve a questo punto la valenza di essere una nuova religione, naturalmente razionale, e come tale di succedere nella storia religiosa del mondo al politeismo ed al monoteismo come fasi religiose dell’umanità.
Quindi, dopo la fase storico-religiosa in cui la divinità viene vista come una motelplicità di forze irrazionali presenti nella natura stessa (politeismo) e la fase in cui la divinità viene vista come un’unica forza razionale al di fuori della natura (monoteismo), la terza fase religiosa dell’umanità, che possiamo definire ‘idealismo’, sinonimo di ‘filosofia’ in quanto comprensione del mondo in forma ideale, è contraddistinta dal vedere la divinità come una forza razionale (eredità monoteistica), ma immanente alla natura stessa (eredità politeistica). Si tratta, come si è visto nella prima parte del seminario, della ragione stessa, intesa come ragione assoluta naturale ed umana. La terza ed ultima età della storia religiosa dell’umanità è dunque l’età della filosofia, come Hegel chiarisce benissimo nello scritto, purtroppo andato perduto (o distrutto?), Continuazione del Sistema dell’Eticità (del 1803-05).
Si tratta in linea generale dell’epoca iniziata con l’illuminismo, quando, secondo Kant, “l’umanità è uscita dallo stato di minorità”. È l’epoca nostra, in cui ci troviamo noi nel nostro mondo occidentale, ma anche il mondo intero come tale si trova a fare i conti oggi con il coesistere di civiltà filosofiche, dunque idealiste (in senso generale), di cui ne possiamo distinguere almeno 3, ossia la liberale, la comunista e quella europea che cerca una via di mezzo tra le due, e civiltà monoteiste, cui appartengono la cristiana, la musulmana e la giudaica. Accanto a questi 3 grandi gruppi di civiltà ne esistono anche altre, variamente classificabili. Il futuro nondimeno sembra appartenere alla civiltà idealista e filosofica, l’ultima nata in ordine di tempo e l’unica che si fondi sulla ragione, sul sapere e non sul dogma. Come l’umanità sulla Terra riuscirà a risolvere la difficile, ma non impossibile coesistenza di queste grandi civiltà ed il trapasso al dominio della civiltà filosofica, che sarà quella che poi alla fine sola resterà, secondo il concetto, non è oggetto di studio filosofico e logico.
Lo sviluppo logico del discorso ci porterà invece ad individuare le caratteristiche fondamentali della civiltà filosofica, che sarà l’argomento della lezione di dopodomani, mercoledì 4 marzo, e poi delle prossime lezioni del mese, nella quali verrà esposta l’etica filosofica, pervenendo così al punto culminante del seminario.
(Scarica qui filxtutti-8 il testo dell’ultima lezione)
(Dr. Marco de Angelis)
Ottava seduta (11 febbraio 2015)
Mercoledì 11 febbraio (ottavo incontro) abbiamo ripreso il nostro discorso introduttivo alla filosofia, passando dal concetto di ‘Assoluto’, esaurientemente trattato nel corso del primo semestre, a quello di ‘Spirito’, il cui svolgimento ed approfondimento sarà invece oggetto di questo semestre. In particolare ci siamo soffermati sul concetto di ‘Spirito Assoluto’. Come sempre abbiamo condotto un discorso strettamente logico e concettuale sulla falsariga del sistema filosofico hegeliano, confrontandoci anche con tematiche di attualità (soprattutto in relazione alla filosofia della religione).
In particolare è stata presentata la concezione della filosofia dell’idealismo assoluto come ‘religione razionale’, secondo il progetto kantiano del 1793 (La religione nei limiti della semplice ragione), ripreso dal giovane Hegel sia negli scritti giovanili sia in quelli del periodo jenese e che resta poi a fondo anche del suo sistema filosofico (§ 554 dell’Enciclopedia delle Scienze Filosofiche).
Nella prossima seduta approfondiremo ulteriormente questa tematica della filosofia come religione razionale.
(Il testo della lezione dell’11 febbraio sullo ‘spirito assoluto’ è scaricabile qui: 8lez-11-2-2015)
(Dr. Marco de Angelis)
Settima seduta (17 dicembre 2014)
Questo incontro è stato dedicato al riepilogo generale dei concetti finora esposti, dando particolare rilievo a quelli riguardanti la logica dialettica. Inoltre è stato dato ampio spazio al dibattibo tra i partecipanti.
(Dr. Marco de Angelis)
Sesta seduta (10 dicembre 2014)
In questo incontro abbiamo ripetuto la logica dialettica di Hegel, le prime categorie dell’Essere ed i principi fondamentali della dialettica. Prima delle festività natalizie non andremo avanti con il programma, in quanto la logica effettivamente ha bisogno di essere compresa a fondo e ‘digerita’, per così dire. Come sempre però il dibattito allarga gli orizzonti, per cui partendo dalla logica abbiamo afrontato anche problematiche più concrete (politica, società).
Il testo base della lezione è stato lo schema generale del punti fondamentali finora trattati, per il quale v. la quinta seduta.
Quinta seduta (3 dicembre 2014)
Anche la lezione n. 5 del seminario d’introduzione alla filosofia ha riguardato la logica dialettica (e così sarà anche per la sesta). È stato infatti necessario riprendere diversi suoi principi e concetti fondamentali (Aufhebung, affermazione-negazione prima-negazione della negazione, finito-infinito etc.), la cui prima esposizione, benché chiara, comunque non era bastata ad esplicitarne il significato profondo. In effetti noi non siamo abituati a riflettere sul nostro stesso riflettere, a pensare il pensiero, per cui aver a che fare con le categorie risulta essere in un primo momento astratto e lontano dal reale, quasi scioccante. Poi però, pian piano, quasi per magia, il nostro pensiero inizia a familiarizzarsi con le categorie ed allora l’importanza fondamentale dello studio della logica dialettica rivela tutta la sua potenza. Essa infatti ci mette in condizione di comprendere a fondo la realtà, cosa che, pensando in modo non dialettico, non ci sarebbe possibile.
Sarà pertanto necessario dedicare gli ultimi due incontri prenatalizi a tale approfondimento della logica, e soltanto nel nuovo anno potremo passare poi alla parte reale della filosofia, quella che riguarda la natura e lo spirito.
(Scarica qui – schema-generale3-12-14 – i punti fondamentali del seminario ed in particolare della logica, la scaletta che stiamo ripercorrendo per ricostruire il filo del nostro discorso).
(Dr. Marco de Angelis)
Quarta seduta (26 novembre 2014)
Davanti ad un attento pubblico di circa 15 persone si è svolto mercoledì scorso, 26 novembre, il quinto incontro del seminario d’introduzione alla filosofia. Come da programma, si è entrati nel merito della logica dialettica, l’unico tipo di logica capace di spiegare la caratteristica fondamentale propria sia del pensiero sia della realtà: la fluidità, il divenire. Già il filosofo greco Eraclito, oramai ben più di duemila anni fa, aveva pronunciato la famosa frase: “Panta rei”, “ossia tutto scorre”. Oggi, grazie anche ai sorprendenti risultati delle scienze naturali degli ultimi duecento anni sappiamo che è proprio così, tutto scorre, il divenire, l’evoluzione, è la legge suprema di tutto ciò che è, vita umana compresa. Ma esistono delle leggi logiche di tale divenire, esiste qualcosa di costante che non diviene, bensì regola il divenire stesso? Esistono degli archè, dei principi del divenire, per dirla sempre seguendo i Greci? La logica dialettica ci dice di sì, ossia che ci sono delle strutture che regolano il processo del divenire, del tempo. Tali strutture, le categorie, sono immutabili, in quanto immateriali, e formano la rete intorno alla quale il nostro stesso pensiero può comprendere il divenire ed il suo senso, dove questo porti.
L’incontro è stato pertanto dedicato all’approfondimento critico delle prime categorie (essere, nulla, divenire, esser determinato) e poi dei principi fondamentali di tale logica del divenire (affermazione, negazione prima, negazione seconda, momento, superare conservando, finito-infinito, circolo, creatività). Insomma è stata una seduta di seminario molto densa, intervallata comunque da domande ed interventi dei partecipanti che l’hanno resa meno pesante.
Bisogna comunque dire che un confronto serrato con la logica dialettica, che è poi anche metafisica, secondo quanto è stato spiegato nelle prime tre lezioni, è assolutamente indispensabile se poi si vuole procedere in modo scientifico alla comprensione delle parti ‘reali’ della filosofia, ossia quelle che riguardano la natura e lo spirito (quindi psicologia, antropologia, sociologia, filosofia del diritto, della morale, dell’economia, della politica, della storia, della religione).
Proprio per la valenza metafisica della logica – in quanto il Logos, la ragione, non è soltanto l’essenza razionale dell’essere umano, ma dell’essere in quanto tale – la comprensione della logica dialettica rende possible comprendere l’Assoluto, il principio di tutto, ciò che regola il divenire senza essere soggetto esso stesso al divenire. Ecco perché lo studio della logica è propedeutico rispetto a qualsiasi studio specifico, in quanto in ogni settore del reale opera il Logos, la logica, se non conosciamo questa, non possiamo comprendere a fondo alcun settore del reale.
La prossima lezione, mercoledì 3 dicembre, sarà dedicata da una parte alla ripetizione delle strutture logico-dialettiche fondamentali, anche con la lettura di testi, dall’altra al completamento del quadro generale della logica dialettica, con la spiegazione della divisione di questa in logica dell’essere, dell’essenza e del concetto. In tal modo si sarà concluso lo studio dei principi generali della logica dialettica, poi nell’ultimo incontro prenatalizio, il 10 di dicembre, si farà un quadro generale dei risultati conseguiti in questo mese e mezzo di lezione, verranno letti i classici fondamentali di riferimento e verrà dato anche più spazio agli interventi dei partecipanti.
(Scarica il testo di sintesi della lezione sulla logica del 26 novembre scorso qui Intro4-testo).
(Dr. Marco de Angelis).
Terza seduta (19 novembre 2014)
Questo incontro è stato dedicato al dibattito sui temi trattati nelle prime due lezioni. Sono emersi i seguenti spunti di riflessione, approfondimenti ed eventualmente ricerca:
1. L’esigenza che la filosofia, particolarmente nei primi anni di studio universitario, ma comunque in generale, venga esposta in modo più semplice e divulgativo, senza però perdere il carattere serio, profondo e scientifico dei suoi contenuti. Le scienze empiriche sono riuscite in tale compito, pur essendo basate sulla matematica, nondimeno sono state capaci di divulgarsi in testi senza matematica, discorsivi, che presentano i propri risultati in modo facilmente comprensibile da un pubblico estraneo alla materia.
2. La difficoltà a capire quali siano i risultati della filosofia, considerato che neanche tra gli ‘addetti ai lavori’ vi è unanimità su di un solo risultato scientifico raggiunto dalla filosofia nella sua storia. A tal proposito è stato chiarito anzitutto come la filosofia non sia un lavoro, bensì una missione di vita, per cui occorre stabilire una netta distinzione tra filosofi veri ed originali e specialisti della medesima, non destinati ad entrare nella ‘storia della filosofia’. Tale distinzione possiamo farla naturalmente anche noi a livello soggettivo e personale, ma sarà la storia poi a farla, selezionando chi sarà ricordato e chi invece dimenticato, del tutto indipendentemente dal loro successo attuale (che spesso non coincide affatto con quello eterno).
È stato poi evidenziato come problematica sia anche la concezione corrente della ‘storia della filosofia’, considerata come una sequenza di opinioni contrastanti, senza sviluppo interno. La storia della filosofia, invece, come del resto quella di tutte le scienze, ha un proprio sviluppo interno, quindi un progresso della conoscenza rispetto al proprio oggetto di ricerca, per cui le filosofie ultime contengono in sé anche le precedenti ma come superate (si tratta del concetto hegeliano di ‘Aufhebung’ ossia ‘superare conservando’).
La storia della filosofia di Hegel, per il pensiero a lui precedente, è concepita secondo un tale principio metodologico e ben chiarisce lo sviluppo interno alle varie filosofie che hanno poi portato alla sua filosofia. Naturalmente anche la storia della filosofia dopo Hegel dev’essere interpretata così, ma a tal riguardo risulta difficile, anche per la vicinanza a noi, individuare quali concezioni siano veramente rilevanti delle diverse decine e centinaia di diverse filosofie che i filosofi o, forse meglio, i professori di filosofia, hanno presentato negli ultimi centocinquanta anni circa. Evidentemente non tutti coloro che oggi figurano come laureati in filosofia e/o docenti della medesima e scrivono di tale disciplina sono destinati a passare alla storia come pensatori originali e quindi a lasciare un segno indelebile per l’eternità, entrando così nella vera e propria ‘storia della filosofia’.
Nondimeno, nella parte conclusiva del seminario, dopo aver esposto la concezione della filosofia come ‘Scienza della Saggezza’, come la stiamo presentando, si cercherà anche d’individuare nella discussione filosofia attuale dei filoni effettivamente originali di ricerca, che rappresentino quindi una ‘Aufhebung’, un superamento della grande tradizione metafisica e sistematica che ne conservi però il contenuto concettuale di verità.
3. Ad una concezione della storia della filosofia secondo il principio della ‘Aufhebung’ corrisponde evidentemente una concezione della stessa storia generale (politica, economica etc.) secondo tale principio di sviluppo e di progresso. Per cui anche epoche che sembrano buie e rappresentanti un regresso, una caduta, rispetto alle epoche precedenti, conservano un loro valore di superamento dello stadio precedente, anche se per noi, da un punto di vista valutativo nostro, sembrano essere inferiori. Ma il nostro punto di vista valutativo soggettivo non corrisponde necessariamente a quello oggettivo della storia, che va avanti verso il ‘suo’ progresso, passando purtroppo insensibilmente sopra morti, feriti, sofferenze umane e catastrofi. Bisogna dunque saper oculatamente distinguere fra il giudizio nostro personale e soggettivo, per il quale il dolore non è sviluppo (per es. quello provocato da catastrofi storiche come le guerre mondiali), ed il giudizio della storia, per la quale il dolore è positivo, se porta ad uno stadio superiore di sviluppo.
Il concetto hegeliano di ‘Aufhebung’ risulta insomma un principio fondamentale nella considerazione storica. Esso, essendo un principio logico e fondativo, verrà affrontato e discusso nella parte iniziale del seminario, in particolare nella quarta lezione.
4. Altro spunto interessante, venuto fuori dalla discussione, è stato quello relativo alla distinzione tra io universale ed io individuale. Se noi consideriamo le cose dal punto di vista del nostro io individuale, evidentemente non riusciamo né a capire veramente la verità, ossia la logica immanente allo sviluppo del mondo, né poi ad assumere un orientamento di vita sia individuale (etico) sia sociale (politico), saggio, ossia appunto corrispondente alla verità, al vero. Essere saggi significa dunque staccarsi dal proprio io individuale, nel quale naturalmente siamo quotidianamente immersi tramite i bisogni, le sensazioni, le passioni, i ricordi, i desideri etc.) ed elevarci invece alla spiritualità assoluta che è in noi, alla ragione, che è stata individuata nel corso dei primi due incontri come l’assoluto, il principio primo inconfutabile e quindi autodimostrato.
Tale ragione è comune a tutti noi essere umani ma è anche presente, per quanto in forma inconsapevole e necessaria, nella materia, essere è dunque in tutto, nell’uno-tutto che si sviluppa e costituisce il mondo. Il singolo soggetto pertanto nel momento in cui s’identifica con tale ragione si distacca dal proprio io individuale immerso nella materia, diventa libero e può operare in modo saggio, equilibrato, razionale. Come si manifesti ed in cosa consista tale comportamento saggio sarà poi esposto nel prosieguo del seminario.
5. Ultimo punto accennato nella discussione, ma non trattato in quanto il tempo poi era scaduto, è stato quello della ‚morte di Dio‘ e della visione atea di gran parte della filosofia contemporanea (spesso indipendentemente poi dagli indirizzi filosofici). Tale tema verrà poi discusso sicuramente in futuro, essendo chiaramente anch’esso un tema centrale nell’ambito di una introduzione al pensiero filosofico.
(Trattandosi di un incontro eminentemente dedicato al dibattito interno, non esiste chiaramente un testo della lezione, in quanto appunto non c’è stata una vera e propria lezione. L’unico punto di riferimento scritto è pertanto la sintesi del dibattito appena esposta).
Seconda seduta (12 novembre 2014)
Il punto centrale del secondo incontro è stato la presentazione della visione del mondo monistica (panteismo) come del punto di vista idoneo a comprendere l’effettivo rapporto tra uomo e natura, soggetto ed oggetto, Questi infatti non sono giustapposti, non si trovano l’uno di fronte all’altro, bensì sono un’unità inscindibile, nella quale la natura è il presupposto dell’esistenza dell’essere umano.
La differenza tra natura ed essere umano, pur nel loro essere uno, risulta allora derivare da un progresso verso la la coscienza e la libertà che contraddistingue lo sviluppo delle forme inizialmente inconsapevoli e necessarie della natura verso la forma di esistenza consapevole e libera dello spirito.
A tale conclusione si è pervenuti tramite la disamina logica del contenuto concettuale presente nella definizione della filosofia come scienza della saggezza, risultato della prima seduta. La scienza infatti si contraddistingue come un apparato concettuale ed ideale, per cui si pone la questione della corrispondenza di tale apparato alla realtà effettiva. Di contro alle concezioni relativiste e scettiche, che affermano l’impossibilità da parte dell’essere umano a pervenire ad una verità oggettiva, è stato invece mostrato come tali concezioni siano fallaci, in quanto si fondano su di una concezione dualistica del rapporto tra uomo e natura, soggetto ed oggetto.
Da tale punto di vista dualistico, oggi smentito dalle stesse scienze empiriche, oltre che dalla filosofia panteista, non si riesce a comprendere il ponte che esiste tra l’uomo e la natura, ciò che li rende identici pure nella loro distinzione. Tale ponte è costituito dalla ragione, che risulta essere presente sia nella natura (le sue leggi) sia nell’uomo (il pensiero). Se non vi fosse identità tra struttura razionale della natura e dell’uomo, la conoscenza non sarebbe possibile, eppure invece essa lo è. Noi siamo essere conoscenti, ed il capire costituisce l’essenza stessa della nostra vita quotidiana. Il problema allora non è se possiamo conoscere, ma perché lo possiamo e come possiamo farlo nel migliore dei modi.
Questa problematica sarà affrontata nella terza seduta, che sarà pero anzitutto dedicata ad un riepilogo generale di quanto detto fino ad oggi.
(Clicca qui intro-2 per il testo della lezione).
Prima seduta (5 novembre 2014)
Mercoledì 5 novembre, con la partecipazione di un gruppo molto interessato di circa una decina di studentesse e studenti, si è svolta la prima seduta del nostro seminario introduttivo alla filosofia. L’uditorio proveniva da vari indirizzi universitari (filosofia, lettere, sociologia, psicologia, scienze politiche), per cui si prevede uno sviluppo futuro del seminario ricco d’interessanti scambi culturali interdisciplinari., proprio come la filosofia deve essere!
Il tema del primo incontro è stato la determinazione del concetto di ‘filosofia’ come ‘scienza della saggezza’. Si sono sviluppati gli aspetti sia teoretici, più vicini quindi al concetto di ‘scienza’, sia etici, riferentesi dunque principalmente al concetto di ‘saggezza’. Si è iniziato a creare un linguaggio filosofico comune, una dimensione anche attuale all’interno della quale poi sviluppare questo seminario introduttivo alla disciplina.
Il concetto di ‘introduzione’ viene infatti interpretato nel senso letterale del termine, come un ‘entrare dentro’, pertanto nel primo incontro siamo subito entrati dentro al discorso filosofico, non nel senso di aver fornito delle informazioni storico-filosofiche relative alla disciplina, oggigiorno facilmente recuperabili anche via internet, quanto piuttosto nel senso di aver già fatto ‘filosofia’ pura, di essersi già immersi nella problematicità del discorso filosofico. Ciò partendo anzitutto dalla determinazione, anch’essa del tutto già filosofica, del concetto stesso di ‘filosofia’.
Il secondo incontro, che avrà luogo il prossimo mercoledì 12 novembre alle 16, svilupperà ulteriormente tale concetto, approfondendo alcuni aspetti sia storici sia teoretici fondamentali della problematica relativa alle possibilità ed alle modalità della conoscenza.
(scarica la sintesi della prima seduta di seminario Intr-filo-1)
(Scarica lo schema della prima seduta di seminario intro-fil_schemaseduta1_)
ALTRI SEMINARI 2014-15
Nel prossimo anno accademico la cattedra di Filosofia Teoretica e Filosofia Morale oltre al programma generale, riguardante la filosofia della religione e la fondazione dell’eticità, sviluppato dal prof. Giacomo Rinaldi, organizzerà anche alcuni cicli di seminari, diretti dal dr. Marco de Angelis, assegnista di ricerca. Tali seminari costituiranno il proseguimento dell’attività seminariale avviata con successo nell’a.a. 2012-13 e proseguita con notevole seguito di partecipanti anche nel corso dell’anno accademico appena concluso. Il primo ciclo di tali seminari, nell’ambito del programma di filosofia morale, ma comunque fondamentale anche per quello di filosofia teoretica, avrà per titolo “Storia e problemi dell’idealismo”. Esso affronterà da una prospettiva sia storica sia speculativo i principali sistemi filosofici idealisti, in particolare quelli dell’idealismo classico tedesco. Il secondo ciclo di seminari, dal titolo “Etica Europea” si svolgerà anch’esso nell’ambito del corso di Filosofia Morale. Esso, anche basandosi sui risultati del primo seminario, si concentrerà maggiormente sull’analisi dell’attualità della filosofia dell’idealismo, soprattutto valutando la capacità di tale filosofia, nella versione datale da Hegel, di costituire una base solida per il processo di unificazione europea. Naturalmente a tale scopo sarà necessario individuare sia i punti di forza, che rendono il sistema filosofico hegeliano non solo insuperato, ma probabilmente anche insuperabile, sia i suoi punti deboli, che rendono necessaria oggi una nuova versione della filosofia dell’idealismo assoluto. Tale nuova filosofia dell’idealismo assoluto deve dunque essere fedele ai principi fondamentali di tale filosofia,. individuati e fondati una volta per tutte da Hegel, dandone però una versione adeguata al nostro tempo ed ai suoi problemi, che evidentemente non sono gli stessi del tempo di Hegel. Il terzo seminario, infine, dal titolo “Lineamenti di religiosità laica e razionale europea”, riferentesi al corso di Filosofia Teoretica, intenderà riflettere sulla capacità della filosofia dell’idealismo assoluto, attualizzata secondo quanto detto in precedenza, di costituire una visione del mondo, quindi in questo senso lato una ‘religione razionale’ (nel senso kantiano), laica e non confessionale, ma non per questo soggettiva e relativistica. Si cercherà infatti di mostrare come la filosofia dell’idealismo assoluto abbia portato a compimento il processo storico della filosofia occidentale, riuscendo a pervenire a delle verità fondamentali, oggettive e dimostrabili da un punto di vista logico, nonché in accordo con il sapere scientifico anche posteriore. In tal modo essa, attualizzata, può costituire la visione del mondo logica e scientifica propria di una civiltà radicalmente basata sulla logica e sulla scienza, quale appunto quella europea. In conclusione, sia tramite i corsi fondamentali di Filosofia Teoretica e Filosofia Morale sia tramite i seminari relativi si cercherà di offrire agli studenti ed ai partecipanti un solido bagaglio storico-filosofico, adatto non solo a comprendere gli ultimi grandi sistemi filosofici del passato, che sono innegabilmente quelli dell’idealismo classico tedesco, ma anche ad individuare l’enorme valore che tale filosofia, naturalmente adeguatamente aggiornata, può svolgere oggi nel processo di costituzione di un’Europa forte anzitutto in senso filosofico, prima che in senso politico. Le date dei seminari, che avranno cadenza mensile, verranno indicate in tempo nella bacheca del Dipartimento, come anche su questo sito. I seminari sono aperti a tutti. Dai frequentanti ci si aspetta una partecipazione anche attiva in forma di brevi relazioni. Crediamo molto, infatti, nel dialogo come costruzione comune di un sapere filosofico vivente ed attuale, fondato però sulle intramontabili conquiste del passato, aventi valore oggettivo di verità e pertanto punto di riferimento indispensabile per chiunque voglia mettersi a fare seriamente filosofia oggi.
SEMINARI 2013/14
Il pensiero filosofico da Kant a Hegel
Terza seduta (Urbino, 27-28 giugno 2014)
Concetto e storia del pensiero dialettico
(Per la locandina v. locandinagiu14; per i punti salienti delle relazioni v. qui: rel-deangelis-giu14)
Seconda seduta (Urbino, 24-25 maggio 2014)
La fondazione dell’eticità in Kant e Hegel
(Per la locandina v. qui; per i punti salienti delle relazioni v. qui: rel-deangelis-5-14)
Ascolta il file audio della relazione di de Angelis Kant, Hegel e noi qui:
Prima seduta (Urbino, 14-15 marzo 2014)
La fondazione della conoscenza filosofica in Kant e Hegel
(Per la locandina v. qui; per i punti salienti delle relazioni v. rel-deangelis3-14)
SEMINARI 2012/13
I principi fondamentali dell’idealismo assoluto e la loro attualità
Quinta seduta (Urbino,, 23 aprile 2013)
D. Conclusioni, contributi singoli dei partecipanti e discussione plenaria
(scarica i punti salienti della relazione di de Angelis: seminari2012-13-D)
Quarta seduta (Urbino, 16 aprile 2013)
C. La filosofia etica dell’Idealismo assoluto: lo spirito oggettivo
(scarica i punti salienti della relazione di de Angelis: seminari2012-13-C)
Terza seduta (Urbino, 9 aprile 2013)
B. La filosofia teoretica dell’Idealismo assoluto: la filosofia reale, ossia natura, spirito soggettivo ed assoluto
(scarica i punti salienti della relazione di de Angelis: seminari2012-13-B)
Seconda seduta (Urbino, 23 marzo 2013)
A. La filosofia teoretica dell’Idealismo assoluto: la logica-metafisica
(scarica i punti salienti della relazione di de Angelis: seminari2012-13-A)
Prima seduta (Urbino, 19 marzo 2013)
Introduzione: il progetto di una filosofia che funga da “religione razionale” post-monoteistica come significato autentico del sistema filosofico dell’idealismo assoluto
(scarica i punti salienti della relazione di de Angelis seminari2012-13-D)