Segnalazione: Conferenza di Kurt Appel “Il contributo della ‘Fenomenologia dello spirito’ di Hegel per una filosofia interculturale” (post del 22 maggio 2015)

Conferenza: Kurt Appel, “Il contributo della ‘Fenomenologia dello spirito’ di Hegel per una filosofia interculturale” (Vercelli, 26.05.15)

Locandina AppelMartedì 26 Maggio 2015 il Prof. Kurt Appel (Università di Vienna) terrà presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università del Piemonte Orientale una conferenza dal titolo “Il contributo della ‘Fenomenologia dello spirito’ di Hegel per una filosofia interculturale“.

Il Prof. Appel (Tulln, 1968) insegna Teologia fondamentale presso la Katholisch-Theologische Fakultät dell’Università di Vienna. I suoi interessi principali riguardano la questione di Dio, la  comprensione cristiana del tempo e della storia, la filosofia di Hegel (Zeit und Gott: Mythos und Logos der Zeit im Anschluss an Hegel und Schelling, Paderborn 2008) e la formazione di un nuovo umanesimo a partire dal dialogo interdisciplinare. La filosofia italiana contemporanea e la questione della portata teologica del progetto europeo (Religion in Europa heute. Sozialwissenschaftliche, rechtswissenschaftliche und hermeneutisch-religionsphilosophische Perspektiven, Göttingen 2012) hanno una particolare importanza nelle sue ricerche.

L’evento è organizzato dal Laboratorio di Studi Hegeliani HegeLab e dal Dottorato in Filosofia e Storia della Filosofia dell’Università del Piemonte Orientale.

La conferenza avrà luogo alle ore 14.30 presso l’aula A1 dell’Ex-Ospedaletto. L’ingresso è libero.

(Dr.  Marco de Angelis)

Segnalazione: International Summer School on Spinoza, Groningen 7-10.07.2015 (post del 18 maggio 2015)

Si segnala la seguente iniziativa:

Collegium Spinozanum. An International Summer School on Spinoza and Spinozisms in Their Historical and Philosophical Context (Groningen, 7-10 July 2015).

Il sito dell’evento è:

http://www.rug.nl/education/summer-winter-schools/summer-schools-2015/collegium-spinozanum/.

Per ulteriori informazioni contattare: sandra.manzimanzi@gmail.com

Si veda qui il programma: Collegium Spinozanum Groningen 7-10 July 2015

(Dr. Marco de Angelis)

Ora le nostre riflessioni si concentrano sul concetto della ‘famiglia’ e sulla concezione della storia della filosofia come ‘progresso’ e quindi della filosofia come ‘scienza’ (post del 7 maggio 2015)

Il prossimo incontro del seminario d’introduzione alla filosofia sarà Giovedì, 14 maggio (16-19), con eventuale proseguimento venerdì 15 alla stessa ora.

In esso anzitutto porterò debitamente a conclusione il corso principale, ultimando alcune riflessioni relative ai concetti di ‘famiglia’, ‘felicità’ e ‘carattere’.

In riferimento al concetto di ‘famiglia’ svilupperemo ulteriormente le nostre riflessioni, anche riprendendo quanto l’altra volta riferito da Andrea Sponticcia. Ricordo che il punto fondamentale, su quale ci siamo soffermati, è stato il seguente: la coppia omosessuale, che adotta un figlio o lo genera tramite terzi, può essere definita ‘Famiglia’?

Le posizioni attualmente sono le seguenti:

– se si considera come unico vincolo familiare l’amore, allora essa è una famiglia (fin quando c’è amore, evidentemente, su questo punto avrei un’osservazione da fare);

– se invece si ritiene necessario, oltre l’amore, inteso come riconoscimento tra uomo e donna, anche il fatto che il figlio venga generato dai genitori e non tramite terzi (principio dell’autosufficienza della coppia eterosessuale nella riproduzione della specie), allora sembra più sensato propendere per un’altra definizione. A tal fine è stato proposto il concetto di ‘Comune’.

Trattandosi di un tema importante per la sua attualità e degno pertanto di approfondimento, valuteremo insieme i risultati del lavoro effettuato o da effettuare (anche sulla base della bibliografia proposta).

Se vi sarà altro tempo, inizieremo ad affrontare la problematica della filosofia come scienza e della sua storia come progresso, partendo dalla lettura dei relativi passi hegeliani nelle Lezioni sulla Storia della Filosofia e nell’Enciclopedia delle Scienze Filosofiche

Allora, a giovedì!

Dr. Marco de Angelis

PS. Come sempre è disponibile e può essere richiesto il file audio dello scorso incontro.

Terminato il programma fondamentale del seminario di ‘Introduzione alla Filosofia’, ora inizia il vero e proprio lavoro di approfondimento, sia leggendo i classici sia ascoltando le relazioni dei partecipanti (post del 28 aprile 2015)

Come stabilito la scorsa volta, il prossimo incontro del seminario d’introduzione alla filosofia sarà questo giovedì 30 aprile alle 16.

Avremo il contrbuto di Andrea sul concetto di ‘Famiglia’ ed altri concetti, che magari gli saranno stati stimolati dalle lezioni. Io leggerò poi alcuni passi di Hegel sui concetti di ‘famiglia’, ‘felicità’ e ‘carattere’. Sicuramente non mancheranno stimoli al dibattito.

Immagino che poi dovremo anche stabilire il contenuto degli incontri di maggio e giugno tra i vari proposti (storia della filosofia, filosofia dell’attualità, esercitazioni di tedesco).

Mi farebbe anche piacere sentire la Vostra opinione sull’intervista da me rilasciata alla radio tedesca.

A giovedì, allora!

(Dr. Marco de Angelis)

PS. Potete scaricare il testo conclusivo del seminario d’introduzione alla filosofia qui: filxtutti-15-

Traduzione italiana dell’intervista al Dr. Marco de Angelis per la radio tedesca WDR5 (post del 21 aprile 2015)

Come promesso, pubblichiamo la traduzione italiana dell’intervista sul tema Repubblica Filosofica ‘Europa’ rilasciata da me alla radio culturale tedesca WDR5 il giorno 14 aprile. Considerate le ultimissime vicende nel Mar Mediterraneo ed il ruolo che l’Europa ha o dovrebbe avere nel fenomeno migratorio attuale, l’intervista assume una particolare attualità. Segue il testo (non destinato alla pubblicazione, quindi non rivisto nello stile).

Il moderatore Ralf Erdenberger intervista Marco de Angelis sul tema Repubblica Filosofica ‘Europa’ per la trasmissione Redezeit trasmessa dall’emittente culturale tedesca WDR 5 il giorno 14 aprile 2015 dalle 11,05 alle 11,30 (originale tedesco qui)

(Introduce Erdenberger riferendosi ad una trasmissione anche sull’Europa trasmessa nello stesso programma qualche giorno prima)

Erdenberger: “Una settimana fa ha parlato a questa trasmissione uno scienziato della politica tedesco su di un ruolo forte della Germania in Europa. Abbiamo parlato per 25 minuti di economia e di potenza economica. Oggi è nostro ospite un filosofo italiano che ammira più la filosofia dell’idealismo tedesco che non la potenza economica della Germania e, se fosse per lui e per il suo gruppo di ricerca all’università di Urbino, la Germania dovrebbe dare un contributo soprattutto con i suoi valori ideali. Egli ritiene che Kant e Hegel nelle loro filosofie abbiano già trovato la risposta a molti dei problemi anche politici attuali. Sia cordialmente il benvenuto, buongiorno Dr. Marco de Angelis!”

de Angelis: “Buongiorno, signor Erdenberger!”

Erdenberger: “Mi dica, come è diventato Lei, da italiano, un ammiratore della filosofia dell’idealismo tedesco?”

de Angelis: “In Italia c’è sempre stata una tradizione idealistica molto forte, in modo particolare Benedetto Croce e Giovanni Gentile, per esempio, hanno rappresentato in Italia la filosofia dell’idealismo tedesco. Poi, al tempo degli studi universitari, ebbi un professore, Aldo Masullo, che mi stimolò ad occuparmi in modo particolare di Hegel.”

Erdenberger: “E Lei, a quanto sembra, è anche entrato bene in contatto con la lingua tedesca. Come è accaduto ciò?”

de Angelis: “La lingua tedesca era per me necessaria, poiché al tempo dei miei studi non erano tradotti in italiano tutti i libri di Hegel, di cui avevo bisogno per i miei lavori. Per questo motivo dovetti iniziare a tradurli da me stesso, in particolare alcuni scritti giovanili. Così imparai dapprima il tedesco scritto poi quello orale. A quel tempo venivo molto spesso in Germania, trascorrevo le mie vacanze qui, frequentavo le biblioteche e gli archivi tedeschi, dove effettivamente trovavo ottimo materiale molto interessante, che non potevo trovare in Italia.”

Erdenberger: “Ma Lei si sarà sicuramente sacrificato in Germania, se ha usato le vacanze per imparare il tedesco.”

de Angelis: “Essere in vacanza significava per me avere la possibilità di leggere quei libri che durante tutto l’anno non avevo la possibilità di trovare. Era vacanza dunque in questo senso che mi potevo dedicare alla mia passione per la filosofia ed in particolare per quella tedesca.”

Erdenberger: “Ed io oggi allora ricevo da Lei un corso non di lingua italiana, ma sull’idealismo tedesco da parte di un italiano. Penso che ne abbiano un po’ tutti bisogno, coloro che non hanno studiato filosofia. Lei ha citato Hegel e suppongo che sia il filosofo che Lei sente maggiormente vicino, se ci muoviamo nell’ambito dell’idealismo tedesco. Cosa dobbiamo sapere su Hegel che poi in un secondo momento possiamo applicare all’Europa?”

de Angelis: “In primo luogo occorre dire che il sistema filosofico di Hegel costituisce l’ultimo grande sistema filosofico della storia e Hegel stesso ha affermato di aver portato col proprio sistema filosofico la filosofia al suo compimento. Ci sono buoni motivi di ritenere che nel processo storico-filosofico da Kant a Hegel abbiamo come una sorta di ‘summa’, di sintesi dell’intera filosofia occidentale. Così possiamo dire che i pensieri fondamentali della filosofia di Hegel sono importanti per noi – a parte il fatto che essa naturalmente va comunque reinterpretata e rivista dopo tanti anni -, in quanto sono come il risultato dell’intera storia della filosofia. Hegel ha trattato la filosofia come una vera e propria scienza e ciò significa che anche la filosofia, come ogni altra scienza, ha una storia che presenta un progresso.”

Erdenberger: “Sì, ma questo non lo possiamo ancora applicare praticamente all’Europa. Qual è un pensiero centrale che è da questo punto di vista più importante?”

de Angelis: “Pensiero centrale è sicuramente quello contenuto nella filosofia dello spirito oggettivo, in particolare il concetto di ‘Eticità’ (Sittlichkeit), dunque i valori etici, che Hegel fonda nella sua Logica, nella prima parte del sistema. Questi valori dovrebbero essere valori comuni per gli uomini e fondare la loro eticità, dunque una vita sociale pacifica…”

Erdenberger: “…Pace dunque…”

de Angelis: “Sì, pace naturalmente, una vita sociale dunqne nella quale gli esseri umani si riconoscano reciprocamente come esseri spirituali. Il principio del ‘riconoscimento’ è molto importante.”

Erdenberger: “Si può anche chiamare ‘rispetto’?”

de Angelis: “Sì, rispetto naturalmente, e soprattutto la dignità dell’essere umano come essere razionale, la ragione dunque come essenza dell’essere umano e tutto ciò viene dimostrato da Hegel nella logica, come già detto la prima parte del sistema, che Hegel tratta come scienza. Non si tratta dunque di sue opinioni, bensì egli si sforza di dimostrare in modo profondamente logico perché la ragione sia l’essenza dell’essere umano, di tutti gli esseri umani, e ciò costituisce la base per il riconoscimento.”

Erdenberger: “Sì e cosa c’è di comune, così anche per introdurre il concetto della comunità, poiché l’Europa è una comunità e vive di ciò, che, nonostante tutte le differenze, ci si rapporta gli uni agli altri in modo pacifico, rispettoso, riconoscendosi ed in ultima analisi dunque in modo razionale.”

de Angelis: “Sì, la ragione ed il riconoscimento sono fondamentali e penso che poi il seguente concetto sia fondamentale, l’identità dell’Europa: qual è l’identità, cosa hanno in comune le culture europee? Io direi che è proprio la filosofia! Ciò significa che storia della filosofia e storia dell’Europa coincidono. L’Europa è cresciuta insieme al crescere della filosofia come progresso, proprio come l’ha presentata Hegel.”

Erdenberger: “E non dobbiamo dimenticare le radici della filosofia, se Lei dice che l’Europa è cresciuta dalla filosofia, bisogna allora vedere il punto d’inizio e così siamo in Grecia.”

de Angelis: “In Grecia, naturalmente, ma in senso filosofico! La filosofia ha avuto le sue radici in Grecia, poi si è sviluppa nell’Impero Romano, quindi in Italia, il periodo del Rinascimento fu molto importante, ci sono stati poi filosofi importanti in Francia, Olanda, Inghilterra e poi c’è stato il compimento in Germania nell’idealismo tedesco. A tal proposito desidero dire ed anche sottolineare che lo possiamo definire anche ‘Idealismo Europeo’, poiché i concetti che hanno a che fare con le nazioni hanno a dire il vero poco senso. Noi abbiamo una storia europea della filosofia, la quale ha avuto appunto le sue origini in Grecia, si è sviluppata nell’intero continente europeo ed ha trovato poi il suo compimento nel sistema filosofico di Hegel come ‘Scienza’.”

Erdenberger: “È forse importante sottolineare questo miscuglio, perché magari altri potrebbero reagire se Lei dice che l’idealismo tedesco è molto importante per l’Europa o addirittura centrale per l’Europa, suona come potenza.”

de Angelis: “Sì, è così che noi tradizionalmente lo definiamo come ‘idealismo tedesco’, ma naturalmente, se utilizziamo il concetto sovraordinato di ‘Europa’ e diciamo che si tratta di una ‘filosofia europea’, che ha assunto diverse configurazioni, in Grecia, in Italia, in Francia ecc., possiamo poi dire che la sua configurazione finale è stata l’idealismo tedesco, in cui essa ha avuto il suo compimento, in quanto ‘sistema filosofico autofondato’, questa la tesi di Hegel. Io ritengo che tale tesi oggi debba venir presa sul serio, proprio se vogliamo, da un punto di vista pratico, costruire gli Stati Uniti d’Europa, abbiamo bisogno di valori comuni, questi valori devono essere fondati dalla ragione e ciò lo può fare solo la filosofia, in particolare la filosofia dell’idealismo, dell’idealismo europeo o dell’idealismo tedesco, in questo senso è lo stesso.”

Erdenberger: “Lei ha appena detto, “noi dobbiamo creare gli Stati Uniti d’Europa”, ora io da dilettante nel mio idealismo direi che ne siamo molto lontani e che questo è un ideale quel che Lei ha appena formulato.”

de Angelis: “Sì, è un ideale ma non dobbiamo fare ora l’errore di ritenere che sia un’utopia! È un ideale e la vita consiste anche di ideali, anche la nostra vita come individui. Noi abbiamo ideali che cerchiamo nella nostra vita di realizzare. La storia non è nulla di diverso, ciò significa che la storia dello spirito universale, o, come si esprime Hegel, dello spirito assoluto, si sviluppa come la storia degli spiriti individuali, sono formulati ideali che poi vengono realizzati. Se noi pensiamo a quel che abbiamo oggi in Europa, è già un grande progresso rispetto a quel avevamo nel secolo scorso. In questo senso noi abbiamo già realizzato, almeno parzialmente, il nostro ideale d’Europa come Stato comune. Ora dobbiamo andare un po’ più avanti. Non possiamo sapere quanto tempo ci vorrà, forse decenni, la filosofia può dire in quale direzione occorre andare, ma quanto tempo poi ci voglia, non lo può dire nessuno. Ma la storia ha questo senso, che gli Stati europei poi alla fine diventino un vero e proprio Stato, un popolo…”

Erdenberger: “Un momento…questa sarebbe la meta, ma al momento è veramente molto problematico, ci sono singoli governi, poi i nuovi Stati che si sono aggiunti, dei quali i critici dicono che non sono veramente arrivati in Europa, ciò significa che quando noi consideriamo i concetti da Lei nominati: pace, riconoscimento, dignità dell’essere umano, ragione, quale di questi è stato fino ad oggi realizzato in misura minore in Europa di questi ideali hegeliani?”

de Angelis: “Di questi concetti possiamo dire che noi in Europa fondiamo i nostri valori sempre di più sulla ragione; le religioni perdono il loro influsso e gli esseri umani lentamente imparano a fondare il proprio comportamento sulla ragione, ciò significa sulla filosofia, – quantunque in modo non sempre cosciente. Ciò significa che noi viviamo già in Europa, noi già fondiamo i nostri valori sulla ragione, ossia sulla filosofia, ma non ne siamo consapevoli.”

Erdenberger: “Ma dove lo possiamo desumere? Si potrebbe dire soprattutto da un’economia che funziona in modo razionale. È anche Lei di questa opinione, noi fondiamo l’Europa sempre di più sulla ragione?”

de Angelis: “Sì, ma io direi che l’economia è solo un aspetto e neanche quello più importante. L’aspetto più importante è sempre che gli esseri umani hanno valori comuni. Se i valori sono comuni, poi vengono risolti tutti i problemi, i problemi economici, quelli politici, se noi abbiamo in Europa un senso ed uno scopo comuni, a ciò dobbiamo lavorare. In tutti questi ultimi decenni noi abbiamo sempre pensato all’economia, alla politica, ma non alla filosofia. Noi non ci siamo mai posti la questione del perché vogliamo questa casa comune ‘Europa’. Che cosa vogliamo realizzare nella storia tramite l’Europa?”

Erdenberger: “Manca dunque uno scopo comune, un compito comune, questo potrebbe essere per es. la pace. Può individuare anche qualche altro scopo?”

de Angelis: “Naturalmente! Noi abbiamo parlato di Hegel, ma non dobbiamo dimenticare che Kant nel 1795 scrisse un libro importantissimo dal titolo Zum ewigen Frieden, Per la pace perpetua, nel quale presentò il concetto di uno Stato mondiale come la sola condizione per una pace perpetua sulla Terra ed io direi, dopo 200 anni, che Kant ha avuto ragione, che noi non abbiamo trovato pace e che in qualche modo abbiamo bisogno dí una qualche forma di Stato mondiale, per realizzare la pace su tutta la Terra, e questo dovrebbe e potrebbe essere lo scopo dell’Europa. L’Europa dovrebbe prima riuscire a consolidarsi essa come Stato continentale, superando le enormi differenze che ci sono ancora tra gli Stati europei, e poi può valere da modello, da esempio a livello mondiale, come Stati singoli, anche potenti, possano superare il proprio egoismo e unirsi insieme in modo pacifico. Naturalmente si tratta di un processo che può durare ancora secoli, ma questo dev’essere lo scopo, non possiamo permettere che siamo talmente progrediti da un punto di vista spirituale grazie alla filosofia, alle scienze, alla letteratura, e poi vediamo che in regioni della Terra tanti bambini, tanti innocenti muoiono, cosa che accadono anche proprio in questi giorni. Personalmente penso che queste cose non le possiamo più permettere, almeno così penso io.”

Erdenberger: “Posso comprendere molto bene questa richiesta che Lei muove, ma sono un po’ scettico sul fatto che si richieda propriamente una pace in base a principi filosofici.”

de Angelis: “Sì, ma questo lo ha già detto Platone, non possiamo più fare politica senza fondarla sulla filosofia, così empiricamente, come è stato fatta finora.”

Erdenberger: “Sì, ma la politica oggi è orientata più verso l’economia. Noi abbiamo appena criticato il nazionalismo, possiamo dire che c’è anche un egoismo economico in tutta la comunità europea, per cui Le chiedo non è per Lei irrealistico pensare di mettere in pratica una politica secondo principi filosofici? Richiederlo è facile, ma metterlo in pratica?”

de Angelis: “Io direi che è irrealistico pensare che in un mondo diventato tanto complesso, nel quale ci sono nel frattempo tante armi pericolose, ce la si possa fare senza la filosofia, fin quando ci sarà la prossima guerra, fin quando ci saranno i prossimi grandi problemi…”

Erdenberg: “…I grandi problemi ci sono già.”

de Angelis: “Sì, è per questo è irrealistico pensare di rinunciare alla filosofia. Le idee filosofiche devono in qualche modo essere d’orientamento alla politica, ciò è stato detto da Platone, Kant, Hegel, insomma diversi filosofi, noi dovremmo prendere sul serio questi pensieri.”

Erdenberger: “Sì, ma come può essere fatto questo? Il governo tedesco per es. ha consulenti filosofici o non ha piuttosto i consulenti economici, i cosiddetti “saggi dell’economia” (Wirtschaftsweisen)?”

de Angelis: “La Sua domanda trova una facile risposta, poiché è evidente che al momento l’economia domina tutto, ma ciò non è bene, il risultato non è buono, noi abbiamo naturalmente raggiunto il benessere materiale, ma tremiamo costantemente che prima o poi possa accadere qualcosa di grave. Non dobbiamo inoltre dimenticare che ampie regioni della Terra sono senza questo benessere ed innocenti muoiono, bambini muoiono. In quanto filosofi dobbiamo sempre pensare che il nostro popolo è l’intera umanità, non pensare in senso nazionalistico, bensì pensare ai bambini in altri paesi come anche nostri figli.”

Erdenberger: “Come intende condurre gli esseri umani ad una politica di questo tipo? Penso infatti che Lei abbia bisogno di molte teste che siano convinte. Lei ha appena detto che noi dobbiamo pensare così, ma Lei deve anche conquistare i cuori, affinché questo principio si faccia strada. È facile convincere tramite l’economia perché ognuno poi lo sente nel portafoglio.”

de Angelis: “Sì, naturalmente convincere attraverso la filosofia è più difficile, ma per es. nel frattempo ci sono in Europa molte persone che già pensano così, ma forse manca una presenza proprio da parte della filosofia, almeno ciò noto io. I filosofi sono soprattutto presenti nelle università, nel mondo accademico, e non vengono tra gli uomini. Penso che questo sia il futuro della filosofia, non soltanto lavorare a livello accademico, sicuramente anche lavorare alla ricerca, ma soprattutto renderne noti, diffonderne i risultati. In particolare occorre diffondere nel popolo questi pensieri della filosofia, questo è il futuro della filosofia, diffonderne i risultati tra il popolo e non soltanto tra gli studenti di filosofia delle università.”

Erdenberger: “Bene, allora fuori della torre d’avorio ed uscire nelle piazze del mercato o per es. addirittura nelle scuole?”

de Angelis: “Ma naturalmente! Mi colpisce molto il fatto che in Germania nelle scuole la filosofia non abbia la dignità di una materia fondamentale. Quando venni in Germania per la prima volta, questa fu una grande sorpresa per me. Che si sia hegeliani o non hegeliani, la Germania ha comunque un grande tradizione in filosofia, nessuno si sognerebbe di dire il contrario, e che proprio in Germania la filosofia non sia una materia fondamentale nelle scuole, questo è a mio parere proprio strano. In Italia, per es., sebbene come storia della filosofia e non come filosofia teoretica, comunque ai licei è una materia fondamentale. Ciò sarebbe per es. la prima cosa da fare, bisognerebbe operare così nei paesi europei da rendere la filosofia teoretica e la filosofia morale materie fondamentali nelle scuole. Ma ciò lo ha già fatto Hegel al suo tempo. Noi non dobbiamo fare nulla di nuovo, dobbiamo soltanto riprendere quel che Kant e Hegel, quel che i grandi hanno fatto, gli ultimi grandi filosofi, e ricollegarci a quel momento storico.”

Erdenberger: “Noi abbiamo ora parlato a lungo della tradizione filosofica europea, ci sono però naturalmente anche altre tradizioni, quella orientale, in Asia per es., ma possiamo anche guardare più verso ovest, nel mondo anglo-americano, con una certa tradizione filosofica. Vede in questa direzione un aiuto o è piuttosto una concorrenza?”

de Angelis: “È così che Kant e Hegel sono studiati dappertutto nel mondo. Quando ero all’Hegel-Archiv qui in Germania a Bochum, incontravo ricercatori provenienti da Giappone, Corea e così via. Kant e Hegel sono conosciuti e studiati dunque dappertutto. È però effettivamente così che la filosofia empirista, la filosofia anglo-americana, empirismo e relativismo, rappresenta un’altra tendenza filosofica.”

Erdenberger: “Ci dovrebbe spiegare qual è la differenza fondamentale e cosa per l’Europa non sia poi d’aiuto in tale tendenza filosofica.”

de Angelis: “Se consideriamo la cosa da un punto di vista dell’etica, in particolare dell’etica-politica, possiamo dire così, generalizzando, che la filosofia empirista interpreta la libertà piuttosto come libero arbitrio, fondamentalmente come libertà individuale, ognuno può fare quel che vuole, fin quando naturalmente non vada contro il diritto. Ma l’idea di libertà dell’idealismo classico è un’altra, ossia che libertà è quando nella propria vita si realizzano i veri valori e si vive secondo questi valori, che si dà alla propria vita un senso etico, questi valori fondamentali sono per es. la famiglia, il lavoro, lo Stato stesso, in sostanza che si viva sempre per gli altri esseri umani. Ciò è stato espresso in maniera molto suggestiva da Kant, il quale ha scritto che si deve considerare l’altro essere umano sempre come scopo, mai come mezzo, e questo è un pensiero molto importante. Già solo questo pensiero basterebbe per individuare la libertà come qualcosa di sostanziale e non come libero arbitrio, che posso fare quel che voglio, bensì devo sempre considerare l’altro come scopo sia nel lavoro, nella famiglia, nella comunità e società. Questo è per es. ciò che distingue la filosofia classica, tedesca o continentale, in generale dunque la filosofia che viene fondata dalla metafisica, da filosofie che si riferiscono soltanto all’individuo, il che non è bene, poiché filosofie che si riferiscono soltanto all’individuo non possono dare un orientamento ai giovani. Che significa per un giovane che egli può fare quel che vuole basta che non vada contro la legge? Che deve fare? Non lo sa, naturalmente, il giovane.”

Erdenberger: “È naturalmente attraente questo tipo di libertà individuale, così come Lei ora la ha descritta, è molto attraente per gli esseri umani. Come ce ne possiamo liberare?”

de Angelis: “Nel momento in cui tramite la filosofia si propone una libertà superiore, un concetto più alto di libertà. Essere felici, tutti gli esseri umani vogliono essere felici, questo è chiaro. Ma come? La felicità, anche questo è un tema molto importante della filosofia idealistica, dell’idealismo classico tedesco. Si può raggiungere la felicità se si hanno dei valori nella vita, nei quali si trova il senso per la propria vita. Felicità significa dare un senso alla propria vita. Ciò è importante. Che alla fine della propria vita si possa essere soddisfatti di quel che si è realizzato. Che si viva in modo creativo, che si crei una propria famiglia, o anche essere creativi tramite il lavoro, insomma che si dia un proprio contributo all’umanità. Questa è la vera felicità. Di questo concetto si sono occupati Kant, Hegel, e questo è un concetto di felicità molto più profondo che non quello dell’empirismo anglo-americano.”

Erdenberger: “Quel che Lei ha appena detto mi rende chiaro quanto sia anche complesso il discorso, s’inizia nel piccolo, nella mia testa, nella mia vita, e ciò determina poi l’intero sistema, è dunque una questione di orientamento, verso di me, come individuo, verso la comunità e poi aiuta anche l’Europa come comunità. Che ruolo ha un tale gruppo di ricerca in Urbino, dove Lei è attivo, in Italia. Lei si occupa dell’idealismo tedesco e dei suoi effetti sull’Europa. Lei ha detto prima “fuori dalla Torre d’avorio”. Come fate ciò come gruppo di ricerca?”

de Angelis: “Sì, per es. abbiamo seminari che sono aperti sia a studenti che a persone che lavorano, persone che esercitano altre professioni, quindi non solo studenti, abbiamo dunque seminari aperti. Poi pubblichiamo molto, ora per es. sto per pubblicare un libro dal titolo Filosofia per tutti, nel quale cerco di presentare la filosofia di Kant e Hegel in un linguaggio semplice, così che ognuno, che abbia un minimo di   preparazione scolastica, possa comprenderla. Ciò è la prima cosa da fare, esprimere in modo semplice questi pensieri di Kant e Hegel, che, bisogna dirlo, non solo sono difficili in se stessi, ma nella opere originali sono anche scritti in modo complicato. Poi bisogna vedere cosa verrà dopo…”

Erdenberger: “In ogni caso io sento la Sua bruciante passione così che la mia testa ora quasi fuma. Io sento il Suo impegno per l’idealismo tedesco e per il suo impatto in Europa. Lei ci ha scritto una lettera e così ha avuto la possibilità di comunicare ciò in cui Lei crede, ciò per cui Lei ‘brucia’, Dr. Marco de Angelis, molte grazie per la Sua visita!”

de Angelis: Grazie a Lei ed a WDR5 per l’invito!”

(post del Dr. Marco de Angelis)

Alla fine la filosofia cerca di condurre l’essere umano ad una vita serena, felice: alla felicità ed alla sua dipendenza dall’etica sarà infatti dedicata la fase conclusiva del nostro seminario (post del 16 aprile 2015)

L’incontro numero 14 del nostro seminario di filosofia è anticipato a domani, venerdì 17 aprile sempre dalle 16 alle 19.

In questo incontro presumibilmente riusciremo a chiudere il discorso relativo all’introduzione alla filosofia, per come lo abbiamo impostato sin dall’inizio. Dobbiamo infatti soltanto completare il discorso relativo all’etica del lavoro e della famiglia, poi passare a comprendere il motivo per cui solo una vita vissuta per questi ideali etici possa condurre l’essere umano alla felicità, sulla base dei presupposti logico-metafisici posti nel semestre invernale.

Penso che le tre ore a disposizione possano bastare sia a sviluppare questi concetti sia al dibattito relativo ed alla lettura di un paio di brevi testi relativi.

Se il tempo non dovesse bastare, ultimeremo il discorso sicuramente entro la fine di aprile in un altro incontro.

Dopo però il nostro seminario non sarà per nulla finito, al contrario! Una volta poste le premesse di una filosofia seria ed attuale, ma anche fondata sui classici, cosa che abbiamo appunto fatto in questa prima parte, da maggio in poi ci incontreremo infatti ogni due settimane (in giorni ed orari da stabilire insieme), per sviluppare ed approfondire alcuni dei temi di maggior interesse ed attualità, che in questo primo periodo abbiamo soltanto potuto trattare nei loro aspetti generali nell’ambito del ‘Sistema della Filosofia come Scienza della Saggezza’. Anche tali temi saranno naturalmente stabiliti di comune accordo.

Il vero e proprio lavoro comune di studio, ricerca ed approfondimento inizia pertanto proprio ora, dopo aver completato il seminario introduttivo generale, il cui compito è stato l’aver fornito una visione generale del mondo e dell’essere umano di carattere scientifico, ossia autofondata, quale si trova nei pensatori della filosofia classica tedesca, in particolare Kant e Hegel, ma ‘attualizzati’, ripensati e rivissuti da noi secondo l’ottica del nostro tempo.

Ora bisogna trarne le conseguenze, dunque applicare tale visione scientifico-filosofica del mondo alla nostra vita quotidiana etica, politica, sociale, economica ecc.

Negli incontri bimensili (ci incontreremo per es. ogni due settimane ma per due giorni ogni volta) potremo anche approfondire la storia della filosofia (tramite la lettura dei classici) e la lingua tedesca, come è stato richiesto da alcuni partecipanti.

Dunque, il vero e proprio lavoro filosofico inizia ora: finora abbiamo posto solo le fondamenta, ora dobbiamo costruire il palazzo!

(Dr. Marco de Angelis)

La Repubblica Filosofica ‘Europa’ (Philosophische Republik Europa): intervista al Dr. Marco de Angelis per la radio tedesca (post del 10 aprile 2015)

Martedì prossimo, 14 aprile 2015, dalle 11,05 alle 11,30 la radio culturale tedesca WDR5 m’intervisterà sull’idea degli Stati Uniti d’Europa come Repubblica Filosofica.

Le mie ricerche e riflessioni filosofiche di questi ultimi anni mi hanno infatti condotto alla conclusione che quel che oggi si sta verificando sotto i nostri occhi nel continente europeo, nonostante i momenti critici che ogni processo storico porta con sé, è la creazione di una nuova compagine statale, appunto gli Stati Uniti d’Europa, la cui identità fondamentale, se riflettiamo con attenzione, è costituita dalla filosofia.

Questa disciplina, nata in Grecia e sviluppatasi poi nei vari secoli un po’ in tutte le nazioni europee, conoscendo momenti di grande fioritura, dopo l’età d’oro greca, soprattutto nel Rinascimento italiano e nell’Idealismo classico tedesco, ha profondamento influenzato e formato lo spirito europeo, fatto oggi di razionalità, libertà, democrazia, giustizia sociale, pace, tutti principi filosofici, appunto.

L’Europa come continente e quindi come Stato continentale si presenta nel mondo come portatrice di questi ideali, che non sono quelli della religione, ormai superata dalla critica filosofica, ma neanche quelli del liberalismo capitalista né del materialismo comunista, che hanno ormai entrambi mostrato i propri limiti storici. Piuttosto si tratta dei profondi ideali espressi nei grandi sistemi filosofici e che trovano la loro massima sintesi ed espressione nelle opere di Kant e di Hegel.

La religione razionale di Kant per es., ossia una religione purificata da tutti gli aspetti religiosi e superstiziosi delle religioni storiche; il suo ideale morale di una società in cui gli esseri umani si considerino reciprocamente come fine e mai come mezzo come anche il suo ideale politico di una repubblica mondiale quale garante della pace tra gli uomini; l’ideale hegeliano di un’eticità assoluta, logicamente dimostrata e capace di fornire all’umanità negli ideali dello Stato, del lavoro e della famiglia dei valori autentici ed oggettivi, capaci di dare un senso laico e terreno alla vita dell’essere umano: tutte queste lungimiranti, profonde visioni si rivelano essere oggi dei punti fermi del pensiero europeo continentale e dei fondamenti assolutamente adeguati a fornire la base intellettuale per la costruzione di uno Stato Filosofico Europeo serio ed autonomo, ossia avente in se stesso la legge del proprio essere e quindi anche capace d’indipendenza rispetto ad influssi ed ingerenze provenienti da altri Stati continentali, magari anche alleati ed amici, ma comunque con un bagaglio storico, culturale e filosofico assolutamente non paragonabile al nostro.

Queste indicazioni della filosofia si rivelano, insomma, oggi più vere ed attuali che mai, in un mondo che, accanto ad un enorme progresso scientifico e tecnologico, ha vissuto però nell’ultimo secolo anche alcune delle più grandi sciagure dell’umanità, mentre il nuovo millennio, d’altra parte, non sembra essere iniziato in modo diverso, per quanto lo scenario del dolore si sia per il momento, almeno apparantemente, spostato dal suolo europeo a quello asiatico ed africano. Ma per la filosofia non conta in quale luogo si annidi la sofferenza, essa va combattuta sempre e dovunque.

Di fronte ad una problematica di guerra, di dolore e di morte, che sembra non voler abbandonare il presente della vita umana sulla Terra, la filosofia, fondandosi sui suoi grandi classici, può e deve dare delle risposte, delle soluzioni. Questo è il suo compito: non solo pensare la verità, ma saperla proporre, anche con autorevolezza intellettuale, agli esseri umani. E la verità è sicuramente pace, giustizia sociale, insomma un pianeta Terra sul quale ognuno possa vivere la propria esperienza terrena in modo dignitoso e, per quanto possibile, sereno, indipendentemente dal luogo dove, per puro caso, è venuto al mondo.

Il senso filosofico degli Stati Uniti d’Europa, se essi ne hanni uno, è allora fondarsi sulla filosofia classica e diffonderla nel mondo, essere di guida ad un’umanità bisognosa, oggi più che mai, della luce della verità e del calore della saggezza. Proprio l’enorme e crescente sviluppo scientifico e tecnologico chiede di venir governato con sapienza e ciò può farlo solo la filosofia, solo una Repubblica Filosofica.

L’Europa allora come Repubblica Filosofica? Questo lo spunto di riflessione che la mia intervista intenderà fornire.

Il link per ascoltare l’intervista in tedesco, anche dopo la sua trasmissione in diretta, è il seguente:

http://www.wdr5.de/sendungen/neugiergenuegt/redezeit/redezeit_uebersicht100.html

(Seguirà una traduzione in italiano che potrà essere richiesta all’indirizzo mail: filosofia-urbino@web.de e comunque verrà pubblicata anche su questo sito)

(Dr. Marco de Angelis)

 

 

L’etica è diventata ora il centro delle nostre riflessioni filosofiche (post del 7 aprile 2015)

Dopo aver trattato in modo molto approfondito il concetto dello Stato, che si presenta come il primo dei valori etici, ed averne chiarito l’aspetto di realtà ideale come ‘Bene vivente’, siamo passati nel corso dell’ultimo incontro alla determinazione dei concetti che costituiscono il contenuto della vita umana nello Stato, ossia la società civile e la famiglia.

Li abbiamo trattati insieme, in quanto alla loro base vi è la stessa struttura logica intersoggettiva, ossia l’autocoscienza universale. Con tale concetto s’individua il rapporto inscindibile tra due soggetti legati dal fatto di riconoscersi come tali. Per es. il marito riconosce la moglie come la donna della sua vita ed in tal modo le dà pieno valore come soggetto, ossia le consente di progettare il proprio futuro come donna e come mamma all’interno di una famiglia. Lo stesso naturalmente vale in senso reciproco per l’uomo, riconosciuto dalla donna come soggetto, che può quindi diventare marito e padre. Nel campo del lavoro colui che effettua un lavoro lo fa riconoscendo come soggetto colui o coloro ai quali tale lavoro è destinato, pertanto lo farà nel modo migliore possibile.

Il motivo dell’importanza fondamentale del riconoscimento intersoggettivo come soggetto alla base dei valori etici risiede nel fatto che essi si fondano non solo su di un aspetto spirituale, ma anche su di una forte base materiale. Si trattta del ‘bisogno’, il cui soddisfacimento dipende da un altro soggetto. Nel caso della famiglia, il bisogno che le è alla base è quello della riproduzione della specie, che si manifesta come istinto sessuale, ma anche come passione, sentimento, insomma quel tipo di affettività che lega i sessi l’uno all’altro. Nel caso del lavoro, invece, è il bisogno della riproduzione individuale che lega i soggetti. Il lavoro è infatti sempre un qualcosa di sociale, la divisione del lavoro non è afatto una caratteristica delle società avanzate, ma è presente già, quantunque in forma ancora semplice, nelle forme più elementari di società, dove comunque nessuno è in grado di procacciarsi da solo i beni utili alla propria sopravvivenza.

Il bisogno della riproduzione e sopravvivenza della specie e quello della riproduzione e sopravvivenza individuale costituiscono pertanto la base naturale e materiale sulla quale s’innesta poi la possibilità dell’etica. In tali bisogni infatti il rapporto iniziale tra i due soggetti e quello di soggetto-oggetto, ossia uno dei due considera l’altro come oggetto e lo usa allo scopo del soddisfacimento del proprio bisogno. Tale uso può essere anche reciproco. In entrambi i casi comunque i soggetti, saranno soltanto degli oggetti dei propri bisogni, in quanto non trasformeranno mai il bisogno, di cui essi sono schiavi e che continuamente si ripresenta, in qualcosa di attivo, lo subiranno sempre, appunto come oggetti, e non lo vivranno da soggetti. Per viverlo da soggetti e pertanto per non esserne schiavi, ma padroni, essi devono trasformare il bisogno in scelta, in progetto, in qualcosa di attivo.

Le categorie logiche fondamentali alla base di tale struttura sono infatti quell del finito, del cattivo infinito e del vero infinito. In quanto il bisogno, una volta soddisfatto, ricompare, rendendo dunque l’essere umano suo schiavo, per così dire, non viene mai completamente soddisfatto. Tale processo è pertanto dominato dalla categoria del progresso all’infinito, ossia di un continuo ripetersi di azioni che però non portano mai ad un fine stabile. L’essere umano è in balia quindi pertanto del bisogno, non ne è signore.

Per essere soggetto e non oggetto, per essere dunque spirito, ragione e libertà, l’essere umano deve superare tale processo del progresso all’infinito e pervenire al vero infinito, che consiste nell’assumere invece una meta stabile, un fine, un progetto, all’interno del quale venga anche soddisfatto il bisogno. Ciò è possibile soltanto nel momento in cui non si considera l’altro come oggetto, ma come soggetto. In tal modo, considerando l’altro come soggetto ed assumendolo come scopo, entrambi i soggetti terminano di essere degli oggetti, passivi rispetto al proprio bisogno, in quanto ora essi vengono ad avere uno scopo, un fine, che è appunto il soddisfacimento del bisogno dell’altro.

Nel momento in cui tale modo spirituale di considerare l’altro è reciproco, si ha l’autocoscienza riconoscitiva, ossia il sapersi soggetto e libero grazie al riconoscimento dell’altro. Questa è la struttura fondamentale dell’eticità, che è alla base della famiglia come amore e della società civile, ossia della società economica, come lavoro. L’amore ed il lavoro sono pertanto i due valori etici fondamentali che si aggiungomo al valore dello Stato Etico.

A tale concettualità, che è molto complessa, sono collegati diversi aspetti secondari, ma anch’essi di grande importanza. Il primo riguarda le modalità del riconoscimento dell’altro come soggetto: esso è una lotta, come ha sostenuto Hegel, l’autore di tale teoria, o invece nella società e nell’individuo, che già vivono secondo i principi filosofici, esso è automatico, in quanto l’altro viene sempre e comunque considerato come fine e mai come mezzo, secondo il famoso imperativo categorico kantiano? Se così fosse, allora il riconoscimento, negli individui e nelle società che già vivono in modo filosofico, non sarebbe una lotta, ma una condizione normale di rapporto intersoggettivo.

Il secondo, più specifico, riguarda la famiglia e l’attualità etica nel mondo occidentale in modo particolare: l’amore è limitato al rapporto uomo-donna, come sembra dal fatto che solo essi possono dar vita alla riproduzione della specie, che comunque è alla base dell’etica, o può anche riguardare due individui dello stesso sesso, così da avere per es. una famiglia composta da due uomini o due donne?

Sono tematiche complesse, ma assolutamente da approfondire e la filosofia può essere di grande aiuto nel chiarire anzitutto i concetti che sono alla base di tale problematica, mettendo anche così ordine al suo interno. Nel corso dell’ultimo incontro un interessantissimo, vivacissimo dibattito, ha reso la lezione estremamente vicina all’attualità. Sono emersi diversi aspetti importanti, che saranno poi appronditi nel corso delle prossime lezioni.

Desidero qui aggiungere una nota personale: sono proprio contento di come è andato l’ultimo incontro del seminario. Tutto il lavoro svolo nei mesi precedenti era infatti finalizzato a mettere a disposizione le categorie logiche necessarie per inquadrare in modo serio e scientifico la problematica etica, che è quella poi che ci riguarda ed interessa più da vicino come esseri umani, ed anche a metterci in grado di comprendere e forse anche di risolvere tematiche fortemente dibattute nella nostra società contemporanea. La filosofia così diventa vivente, la nostra amica che ci accompagna nella quotidianità, aiutandoci a comprendere un mondo che si fa sempre più complesso, ma anche sempre più interessante.

Nel prossimo incontro verrà anzitutto ancora una volta approfondito e ripetuto il concetto dell’autocoscienza riconoscitiva, anche leggendo il relativo passo hegeliano; in secondo luogo sarà approfondito il concetto della famiglia nei suoi vari aspetti; infine, passeremo alla componente soggettiva dell’etica, ossia al concetto di felicità, per come essa si configura all’interno della vita etica, ossia in una vita che abbia come senso e valore lo Stato, il lavoro e la famiglia.

(Scarica qui i testi base della lezione: filxtutti-12, filxtutti-13, filxtutti-14)

(Su richiesta si può avere il file audio dell’incontro)

(Dr. Marco de Angelis)

Dopo la trattazione del concetto di ‘Stato’ e di ‘Bene vivente’, ora è il momento di passare al vero e proprio contenuto della vita etica, ossia ai concetti del ‘lavoro’ e della ‘famiglia’ (post del 31 marzo 2015)

Dopo una piccola pausa, mercoledì primo aprile riprende il seminario d’introduzione alla filosofia.

Lo scorso incontro, mercoledì 18 marzo, è stato dedicato alla comprensione del concetto di ‘Bene vivente’. Esso, nella prospettiva della filosofia dell’idealismo assoluto, indica il Bene non in quanto qualcosa di utopico ed irrealizzabile, bensì proprio la realtà etica, dunque la società umana vista già come qualcosa di positivo rispetto al passato, dunque contenente in sé il progresso (della libertà non economico o tecnologico), dunque il Bene.

Da questo punto di vista, allora, si comprende meglio la il famoso pensiero hegeliano della coincidenza di reale e razionale (almeno per la sfera etica e storica). Il reale, per quanto posso apparire in sé negativo, nondimeno contiene già una certa realizzazione del Bene, ossia della libertà e della razionalità, intesa come creatività, pur essendo tale ‘Bene’ ancora passibile di ulteriore miglioramento.

In sostanza il Bene è, appunto, ‘vivente’, ossia qualcosa che si sviluppa, che vive, nel quale noi già siamo come individui che vivono in una società. Il nostro compito è dare un contributo all’ulteriore sviluppo del Bene, il che costituisce anche il senso della nostra vita come individui finiti, ma portanti in sé l’Assoluto, ossia la ragione.

Il Bene si realizza nelle sfere della vita etica, che sono lo Stato, di cui abbiamo già abbondantemente parlato, la società civile, ossia il mondo del lavoro, e la famiglia.

L’ultima volta, proprio al termine dell’incontro, abbiamo iniziato a parlare della filosofia economica, dunque della teoria del lavoro. A dir la verità, secondo il piano di lavoro annunciato anche su questo sito, avremmo dovuto parlare della filosofia della famiglia e dell’amore, ma la discussione filosofico-politica ci ha portati direttamente ai temi economici. Poco male, perché i due temi etici sono comunque collegati, quindi possiamo trattarli insieme, cosa che faremo nel mese di aprile, a partire appunto dall’incontro di questo mercoledì.

(Su richiesta si può ricevere il file audio dell’incontro).

(Dr. Marco de Angelis)

Con la trattazione del concetto della ‘famiglia’ (e quindi dell’amore) si passa ora alla parte della filosofia più vicina alla nostra quotidianità (post del 17 marzo 2015)

Domani, mercoledì 18 marzo, avrà luogo il dodicesimo incontro del nostro seminario. In esso dapprima concluderemo alcune nostre riflessioni e letture relative al concetto di ‘Bene vivente’ ed al rapporto tra l’ideale ed il reale, poi passeremo alla trattazione del secondo valore etico, dopo lo Stato, ossia alla famiglia (e quindi all’amore come sentimento corrispondente).

Dopo aver, infatti, individuato il primo valore etico nel concetto di ‘Stato’, inteso come la comunità etica mondiale dei soggetti che si riconoscono come ‘spirito’ e quindi aventi tutti la medesima essenza razionale (quindi come ‘uguali’ dal punto di vista dell’umanità ecc.), entreremo concettualmente all’interno dello ‘Stato’ e scopriremo le ulteriori istituzioni, da cui esso è costituito.

Esse sono in primo luogo la famiglia, che potremmo definire come il ‘regno dell’amore’ ed in secondo luogo la società civile, che invece appare come il ‘regno del lavoro’.

Così ci avvicineremo alla conclusione del nostro seminario, nella quale tratteremo il concetto della felicità intesa come autorealizzazione, quale si realizza appunto in queste due dimensioni etiche della vita umana.

Domani inizieremo dunque con la trattazione del concetto della ‘famiglia’.

(Scarica il testo del seminario di mercoledì 11 marzo 2015 qui: filxtutti-11; su richiesta si può ricevere il file audio dell’intero incontro).

(Dr. Marco de Angelis)